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Mani, vite e vino: un rapporto intimo e inscindibile
quello tra l’uomo e la terra, raccontato nelle immagini che
contraddistinguono la quarta edizione della guida realizzata
dall’Associazione Italiana Sommelier, presentata al pubblico sabato 21 Ottobre a Milano al The
Mall.
Ventidue i vini che si sono aggiudicati il Tastevin, premio che
l’AIS dedica alle etichette che, di anno in anno, meglio sanno
rappresentare il proprio territorio di appartenenza, scelte tra quelle
insignite delle Quattro Viti. Una classifica che diventa sempre più
affollata, con punteggi medi che salgono, stimolando l’impegno dei
degustatori.
Un appuntamento quella della guida AIS che si rinnova ogni per presentare i migliori vini italiani raccolti nel volume che l’Associazione Italiana Sommelier dedica ogni anno ai suoi Soci. Quindicimila etichette in rappresentanza di oltre duemila cantine sono raccontate nelle pagine di Vitae 2018. Un grande lavoro a monte, svolto da un vero esercito di degustatori che hanno preso in analisi oltre trentacinquemila campioni provenienti da tutta la Penisola. Una selezione difficile, svolta rigorosamente alla cieca, che ha evidenziato l’ulteriore crescita qualitativa del vino in Italia.
I nuovi simboli introdotti lo scorso anno, la Freccia di Cupido e il Salvadanaio, hanno riscosso consensi per l’immediatezza del messaggio: emozione al primo sorso e percezione di un valore che travalica i parametri di prezzo e tipologia. Centodue i vini che hanno colpito emotivamente all’assaggio e centosettantaquattro quelli segnalati per il loro plus valore.
Le pagine mettono in evidenza un’attenzione crescente verso le produzioni “green”, in cui sostenibilità ed etica produttiva danno origine a vini di grande originalità ed espressione qualitativa.
Le immagini che arricchiscono la nuova edizione di Vitae celebrano il gesto manuale, il saper fare, con le mani protagoniste. Lavoro, forza, conoscenza, ma anche amore, convivialità e amicizia sono i sentimenti che emergono dagli scatti fotografici che impreziosiscono la guida.
Giornalista free lance, la comunicazione è il mio pane. Insieme ad essa la passione e la curiosità per il cibo ed il vino che non nascono per caso, soprattutto se si nasce in una famiglia dove la condivisione e la cucina sono gesto d’amore e accoglienza. Forse non è necessario cercare una ragione o un motivo, ma se dovessi dare una risposta al perché di questa passione direi che sta nel non essere mai uguali, nel rappresentare un territorio, la sua storia, le sue risorse. Da qui la curiosità e la ricerca di ciò che è buono e tipico in ogni parte del mondo, in ogni luogo dove le genti del luogo e quelle arrivate lì per restare - o ancora di passaggio per raggiungere nuove vite – hanno lavorato le ricchezze della terra per trasformarle in una cucina con una sua propria identità. Quanto al vino, la sua capacità di raccontare tante storie: i profumi ed i sentori che porta con sé ad ogni sorso e ad ogni bottiglia, il territorio che esprime, le persone che lo producono . Federico Fellini diceva che il vino “è nuovo ad ogni sorso e, come avviene con i film, nasce e rinasce in ogni assaggiatore”: il che è profondamente vero e questa verità riesce a stupirmi ogni volta che entro in contatto con questo mondo.
simonetta.tocchetti@libero.it