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Ferragosto in Alto Oltrepo

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Il MEC non si ferma mai

Ferragosto in Alto Oltrepo

Continuano le trasferte golose del Mercatino Enogastronomico della Certosa: appuntamento a Piani del Lesima, sulla via del Sale e dove Annibale passò per andare a sud

 

15 Agosto 2016

Mercatino Enogastronomico della Certosa di Pavia in trasferta

SportHotel Prodongo, Piani del Lesima, Brallo di Pregola (Pv)

Dalle 9 alle 19

Ingresso libero

Per informazioni 347 7264448

www.agenziareclam.it


Pavia, Agosto 2016 – Continuano le trasferte golose del Mercatino Enogastronomico della Certosa di Pavia che lunedì 15 Agosto torna a Brallo di Pregola. Nuova location per la cultura del gusto che per Ferragosto si sposterà in un luogo suggestivo a pochi chilometri dal borgo e dal Passo del Brallo, in località Piani del Lesima (1250 metri sul livello del mare), destinazione SportHotel Prodongo che per l’occasione aprirà al pubblico anche il suo centro benessere.

Il Mercatino Enogastronomico della Certosa di Pavia sarà presente con una selezione dei suoi produttori i quali presenteranno le loro storie di eccellenza e le loro tipicità in uno scenario magnifico, fatto di faggi secolari e sorgenti di acqua fresca, dominato dai 1724 metri del Monte Lesima. Punto di partenza per suggestivi percorsi di trekking e per la Via del Sale, sarà anche vetrina per formaggi e mostarde, il salame di Varzi e, dalla Lomellina, il salame d’oca ed il riso; il vino dell’Oltrepo, birra artigianale,  lo zafferano, i distillati, le offelle di Parona. E ancora verdura di stagione tra cui cipolle e patate dell’Oltrepo Pavese e l’ archeo-gastronomia, eccellenze gastronomiche medievali e rinascimentali come l’idromele,  birre celtiche, confetture di frutti dimenticati, giuggiole, corniole.

Il Monte Lesima è la cima più importante dell'Appennino in quanto con i suoi 1724 metri di altitudine è la vetta più alta del crinale che separa la provincia di Pavia con quelle di Piacenza, Genova, Alessandria. Un crocevia tra 4 regioni (Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte, Liguria) dominato da questa montagna ben riconoscibile grazie a quella cupola bianca che è stata sistemata sulla punta: un maxi radar utilizzato per il controllo del traffico aereo e qui posizionato negli anni novanta. Questo monte si presenta al turista in due versioni davvero opposte tra loro: da un lato pendii dolci ricoperti in parte da boschi e in parte da pascoli; dall'altro una parete a precipizio di rocce stratificate.
Questi luoghi videro anche il passaggio di Annibale. Nel 218 a. C. l'esercito cartaginese, reduce dal successo nella battaglia del Ticino contro i Romani,  era diretto a  sud: transitando proprio dal Brallo l'esercito, che si prestava ad una tappa, decise di sostare proprio in questo territorio ove fissò per alcuni giorni l'accampamento. Annibale approfittò di questa sosta per studiare il percorso da seguire. Il cartaginese, insieme ad un gruppo di soldati, salì sulla cima più alta dell'Appennino, il Monte Lesima. Giunti sulla vetta Annibale indicò ai suoi la vicina Valle Trebbia come obiettivo su cui puntare. Attorno alla salita di Annibale sul Monte Lesima è legata una leggenda secondo la quale Annibale, durante la perlustrazione del monte cadde da cavallo riportando una ferita alla mano. Di qui ebbe origine, sempre secondo la leggenda, il toponimo Lesima che deriverebbe appunto da "Lesa Manus".

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Simonetta
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Simonetta

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Giornalista free lance, la comunicazione è il mio pane. Insieme ad essa la passione e la curiosità per il cibo ed il vino che non nascono per caso, soprattutto se si nasce in una famiglia dove la condivisione e la cucina sono  gesto d’amore e accoglienza. Forse non è necessario cercare una ragione o un motivo, ma se dovessi dare una risposta al perché di questa passione direi che sta nel non essere mai uguali, nel rappresentare un territorio, la sua storia, le sue risorse. Da qui la curiosità e la ricerca di ciò che è buono e tipico in ogni parte del mondo, in ogni luogo dove le genti del luogo e quelle arrivate lì per restare - o ancora di passaggio per raggiungere nuove vite – hanno lavorato le ricchezze della terra per trasformarle in una cucina con una sua propria identità. Quanto al vino, la sua capacità di raccontare tante storie:  i profumi ed i sentori che porta con sé ad ogni sorso e ad ogni bottiglia, il territorio che esprime, le  persone che lo producono .  Federico Fellini diceva che il vino “è nuovo ad ogni sorso e, come avviene con i film, nasce e rinasce in ogni assaggiatore”:  il che è profondamente  vero e questa verità riesce a stupirmi ogni volta che entro in contatto con questo mondo.

simonetta.tocchetti@libero.it

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