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IL FRANCONIA RIVIVE IN BERGAMASCA GRAZIE ALLA CANTINA BERTOLI

IL FRANCONIA RIVIVE IN BERGAMASCA GRAZIE ALLA CANTINA BERTOLI

 

Il Franconia in purezza è il nuovo vino rosso che la Cantina Angelo Bertoli di Castelli Calepio ha presentato con successo nel corso di una serata alla Trattoria Falconi di Ponteranica (Bg). E’ stato abbinato al guanciale di Chianina stufato a bassa temperatura, servito con patate e polenta. Un abbinamento perfetto, come ha confermato il sommelier Renato Rovetta, che ha organizzato la serata insieme ai fratelli Giorgio e Marco Falconi.


Il Franconia è un vitigno a bacca rossa, di origine tedesca e austriaca, poco diffuso in Italia. In Bergamasca sono pochissimi i viticoltori che lo mantengono.  Nella provincia di Bergamo viene citato a partire dal 1929 e si diffonde grazie  alla sua resistenza alle malattie e al freddo invernale. Si è ben sviluppato nei decenni seguenti, tanto da  assumere localmente il nome di Imberghem.


La proprietà vitata dell’azienda Bertoli è di soli cinque ettari ma valorizzati al massimo. Un totale di 18-20 mila bottiglie l’anno che non escono dalla Lombardia ma sono apprezzate in ristoranti, agriturismo, enoteche, nonché da tanti privati che arrivano direttamente in cantina per gli acquisti.


L’azienda agricola Bertoli Angelo di Castelli Calepio è puramente vinicola, nel senso che la famiglia Bertoli vive del reddito che danno i cinque ettari di vigna tutti accorpati in buona posizione attorno alla casa colonica. Se ci sono riusciti sino ad ora (l’imbottigliamento ha avuto inizio nel 2005) vuol dire che il vino viene tutto venduto a un prezzo che alla fine è giustamente remunerativo per chi lavora con tanta passione e impegno. Infatti, i vini firmati da Bertoli, anche se non possono definirsi biologici, segnano un indice di solforosa che è  sotto i 70 milligrammi per litro, grazie allo scarso impiego di fitofarmaci in  vigna.


La produzione maggiore – può meravigliare ma è così – è data dallo spumante metodo classico: 5.500 bottiglie tra Brut (Chardonnay in purezza) e Rosé (90% Merlot e 10% Chardonnay). Seguono le 3.500 bottiglie del pluripremiato Montecroce Valcalepio Rosso Doc, anche nella versione Riserva. Completano la gamma lo Chardonnay, il Merlot, il Cabernet ed ora il Franconia, tutti in purezza.


«Il Franconia –commenta Renato Rovetta - diventa l’ultimo vino imbottigliato che completa la gamma della Azienda Bertoli. Vendemmia 2014, bottiglie limitate, 14,5 gradi alcolometrici, molto curati i rimontaggi. E’ rimasto in botti d’acciaio per un anno, poi in botte di legno grande da 500 litri per altri tre mesi, tornando in acciaio fino all’imbottigliamento, questo per non togliere al vino quei sentori e profumi tipici del Franconia: dal colore rubino con riflessi violacei, al naso la maturità della ciliegia, in bocca leggermente speziato, poi i sentori colpiscono il palato, emerge in lontananza una bella fragola e ancora l’eleganza delle  spezie; piacevolmente sapido nel finale, è sicuramente un buon vino e si abbina ai piatti della tradizione bergamasca come i casoncelli, il coniglio con la polenta, arrosti e brasati e se, bevuto fresco, son sicuro di poterlo gustare anche con la tinca al forno». Nella serata alla Trattoria Falconi, con i piatti scelti dallo chef  Giorgio (la sua cucina è bergamasco-toscana, con carni ben scelte e ben cucinate), sono stati abbinati altri tre vini di Bertoli: il Brut e il Rosé Metodo Classico (sorprendenti…) e il Cabernet Igp Bergamasca.


Marco Falconi, sommelier professionista e  delegato per la provincia bergamasca  dell’Adid (Associazione degustatori distillati), ha dato le prime indicazioni per una serie di incontri “Parlando di distillato in trattoria”: in ogni incontro, due grappe verranno degustate e comparate con altri due distillati non italiani. Costo di partecipazione solo 15 euro, gratis per gli associati all’Adid. Info 349.4131424 – 035.573336.

 

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Roberto Vitali
Il franconia rivive in bergamasca grazie alla cantina bertoli

Roberto Vitali

Roberto Vitali

Laureato in Lettere alla “Cattolica” di Milano, ho cominciato durante l’università a scrivere per il quotidiano della mia città, “L’Eco di Bergamo”, al quale – pur essendo oggi in età di pensione – continuo a collaborare sia sul cartaceo che sul sito web. Sono stato addetto stampa di enti pubblici, direttore di Teleorobica, direttore-editore del mensile “Bergamo a Tavola” (1986-1990)  poi trasformato in  “Lombardia a Tavola” (1990-2002) e poi venduto (oggi vive ancora trasformato in "Italia a Tavola"). Mi sono sempre occupato, oltre che della cronaca bianca della mia città, di enogastronomia e viaggi. Ho collaborato alla Rai-Gr1, vinto premi giornalistici in tutta Italia e scritto qualche libretto, tra cui “La cucina bergamasca – Dizionario enciclopedico” e una Guida dei ristoranti di Bergamo città e provincia. Mi piace l’Italia e tutto quello che di buono e bello sa offrire. Spero, con i miei scritti, di continuare a farla amare da tanti altri lettori. 338.7125981

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