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ARRIVANO I GRANDI ROSSI DI MAURIZIO ZANELLA

ARRIVANO I GRANDI ROSSI DI MAURIZIO ZANELLA

Con l’estate ormai agli sgoccioli e l’arrivo delle temperature più fresche, sta per tornare  la voglia di un buon vino rosso. Ecco che puntuali arrivano, nei migliori ristoranti ed enoteche, i nuovo “Rossi” di Maurizio Zanella: le nuove annate del “Carmenero” (2008) e del “Maurizio Zanella” (2010).

Rimango un po’ sorpreso nel constatare che la Franciacorta (e in particolare Cà del Bosco), dopo aver predicato per anni che la Franciacorta è terra vocata per il Metodo classico (e lo sta dimostrando bene), ecco che continua a produrre vini rossi. «Desidero ricordare – replica Maurizio Zanella - che la nostra azienda ha assunto sì un ruolo primario nella produzione di Franciacorta Docg, ma io sono particolarmente legato a questi due vini rossi: il Carmenero è stato il primo vino italiano ad utilizzare e riconoscere l’uva del vitigno Carménère ed il Maurizio Zanella uno dei primi “tagli bordolesi”, che nel 1981 suscitò grande interesse nel mondo intero».

Il millesimo 2008 è stato caratterizzato dalla regolarità della stagione: un’estate non caldissima, frequentemente rinfrescata da temporali fino alle soglie della vendemmia. Si è resa necessaria una riduzione notevole del carico di uva presente con un’operazione di vendemmia verde e i due effetti combinati - caldo di fine agosto, diradamento dei grappoli – hanno orientato il metabolismo delle uve tardive verso accumuli zuccherini, colore e tannini consoni all’elaborazione di vini di qualità. La sanità impeccabile delle uve ha permesso di insistere e di lasciare in pianta la Carmenère ed i Cabernet fino a fine settembre.

Il Carmenero 2008 si può definire un rosso dalla superba annata, che esprime maturità, struttura, densità, equilibrio. Ha trascorso 18 mesi in barrique di pregio, è stato imbottigliato il 14 aprile 2010. Sarà da apprezzare sempre più nel tempo.

A sua volta il Maurizio Zanella millesimo 2010 (Cabernet Sauvignon 50%, Merlot 25%, Cabernet Franc 25%, tutte uve da viti con oltre 25 anni di produzione) ha avuto un inverno lungo e abbastanza freddo seguito da una primavera tardiva, altrettanto fredda e piovosa. A cavallo tra fine maggio e la prima metà di giugno il tempo si è sistemato: assenza di precipitazioni in coincidenza con temperature e luminosità elevate. A seguire, periodi di canicola si sono alternati a violente precipitazioni di carattere temporalesco. Da Ferragosto in poi il quadro meteorologico si è stabilizzato con belle giornate di luce e un periodo favorevole al completamento della maturazione. La vendemmia delle uve nere è iniziata il 21 settembre con il Merlot e si è conclusa il 24 settembre, con la raccolta dei Cabernet Sauvignon. Nonostante tutte le avversità, l’azione di riequilibrio effettuata in vigna, concretizzatasi con il diradamento dei grappoli, ha consentito di vinificare uve nere dalle ottime potenzialità.

Il Maurizio Zanella 2010 si rivela con un frutto perfettamente maturo. Esprime una bella acidità, un’incredibile purezza ed una struttura tannica che impressiona. Un grande millesimo da lunga conservazione.

Ecco, questo è l’unico problema di questi vini: non bisogna certamente lasciarsi perdere l’occasione dell’acquisto (anche perché possono andare presto esauriti), ma se abbiamo pazienza di non berli subito e tenerli ancora un po’ in bottiglia, in buone condizioni di conservazione, i due vini tra qualche tempo potranno esplodere in tutto il loro vigore e in tutta la loro piacevolezza. Consigliabile tenerli monitorati, nel senso di stappare una bottiglia con un certo intervallo da quella precedente. Così si potrà vedere e godere della evoluzione del vino.  Quando il freddo si farà più intenso, questi vini curati nei minimi particolari, in modo maniacale, potranno scaldare gli animi e donarci momenti di alta poesia.

Roberto Vitali

 

 

 

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Arrivano i grandi rossi di maurizio zanella

Roberto Vitali

Roberto Vitali

Laureato in Lettere alla “Cattolica” di Milano, ho cominciato durante l’università a scrivere per il quotidiano della mia città, “L’Eco di Bergamo”, al quale – pur essendo oggi in età di pensione – continuo a collaborare sia sul cartaceo che sul sito web. Sono stato addetto stampa di enti pubblici, direttore di Teleorobica, direttore-editore del mensile “Bergamo a Tavola” (1986-1990)  poi trasformato in  “Lombardia a Tavola” (1990-2002) e poi venduto (oggi vive ancora trasformato in "Italia a Tavola"). Mi sono sempre occupato, oltre che della cronaca bianca della mia città, di enogastronomia e viaggi. Ho collaborato alla Rai-Gr1, vinto premi giornalistici in tutta Italia e scritto qualche libretto, tra cui “La cucina bergamasca – Dizionario enciclopedico” e una Guida dei ristoranti di Bergamo città e provincia. Mi piace l’Italia e tutto quello che di buono e bello sa offrire. Spero, con i miei scritti, di continuare a farla amare da tanti altri lettori. 338.7125981

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