Gu’ Creative Taste, è a Bergamo la cucina fusion di Gustavo

Ha riaperto, con una nuova gestione e un nuovo nome, il ristorante nel centro di Bergamo bassa, nella piazzetta tra le vie Borfuro e Sant’Orsola. Il ristorante si chiama “Gu’ Creative Taste”, dove Gu’ (con l’elisione, non l’accento) sta sia per “Gusto” sia per “Gustavo”, il nome dello chef , Gustavo Vandsbergs, nato in Brasile 35 anni fa (i nonni vi arrivarono dalla Lettonia) , laureato in ingegneria chimica, emigrato in Italia nel 2007 con la moglie Camilla Ramondini (brasiliana, da famiglia di origine italiana).


Gustavo è già conosciuto e apprezzato a Bergamo: per due anni è stato lo chef del Ryu, a Bergamo Alta, nell’edificio stile Liberty appena fuori Porta Sant’Alessandro. Dopo varie esperienze, dopo aver frequentato alte scuole di cucina sia in Brasile che in Italia, credendo molto nelle sue capacità di chef “fusion”, si è ora preso delle responsabilità dirette: la società di gestione del Gu’, la Bergamo Fusion srl, fa capo in parte a sua moglie e in parte a Luca Nosari.


Ma che vuol dire “cucina giapponese fusion brasiliana”? «La mia cucina – spiega Gustavo – prende come base la tradizione e cultura giapponese, ma poi ci metto qualche elemento di quella brasiliana e di quella italiano-mediterranea, offrendo un’esperienza culinaria in cui la tradizione incontra la creatività. In ogni piatto cerco di esprimere il perfetto e bilanciato connubio tra le eccellenze culinarie di Giappone, Brasile e Italia, dando vita ad una cucina fusion dai sorprendenti sapori e accostamenti sempre nuovi».


Ad esempio, un piatto chiamato in giapponese Hanamaki (che significa involtini di fiori) è composto da crema di burrata, fiore di zucca in tempura e ricciola. Più fusion di così... Altro esempio: il Tara Gyoza è un raviolo di baccalà, cui è aggiunta una patata americana alla piastra con riduzione di ponzu (salsa a base di soia e agrumi). Altro mix tra Brasile e Giappone: crema di granchio al latte di cocco con gratin di shiso (menta giapponese) e umeboshi (prugne in salamoia). E avanti di questo passo. Tenendo presenti i tre ingredienti principali di ogni preparazione (riso, pesce e alghe) si possono combinare 50-60 portate diverse, di cui una ventina dalla cucina e le altre in diretta al sushi bar, con lo chef che prepara davanti ai vostri occhi e vi serve direttamente.


La sala del Gu’ contiene una sessantina di posti a sedere, altri cinquanta nel dehors che dà sulla piazza. E’ aperto a pranzo e cena dal martedì alla domenica.

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Roberto Vitali

Laureato in Lettere alla “Cattolica” di Milano, ho cominciato durante l’università a scrivere per il quotidiano della mia città, “L’Eco di Bergamo”, al quale – pur essendo oggi in età di pensione – continuo a collaborare sia sul cartaceo che sul sito web. Sono stato addetto stampa di enti pubblici, direttore di Teleorobica, direttore-editore del mensile “Bergamo a Tavola” (1986-1990) poi trasformato in “Lombardia a Tavola” (1990-2002) e poi venduto (oggi vive ancora trasformato in "Italia a Tavola"). Mi sono sempre occupato, oltre che della cronaca bianca della mia città, di enogastronomia e viaggi. Ho collaborato alla Rai-Gr1, vinto premi giornalistici in tutta Italia e scritto qualche libretto, tra cui “La cucina bergamasca – Dizionario enciclopedico” e una Guida dei ristoranti di Bergamo città e provincia. Mi piace l’Italia e tutto quello che di buono e bello sa offrire. Spero, con i miei scritti, di continuare a farla amare da tanti altri lettori. 338.7125981

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