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Venerdì 24 novembre, nel prestigioso Moca Museum di Hiroshima, si terrà l’inaugurazione della mostra Spirit of Peace, che nasce da un progetto artistico di Sandro Bottega e che viene ospitata in tre diverse sedi museali della città giapponese.
Il sindaco Kazumi Matsui, che ha pienamente
abbracciato l’iniziativa, farà gli onori di casa e darà ufficialmente il via a
una rassegna espositiva che unisce Italia e Giappone nel segno della cultura e
della pace. Sandro Bottega illustrerà i contenuti della mostra e le modalità di
realizzazione delle opere che si rifanno alla tradizione del vetro soffiato di
Murano.
Nello specifico la
mostra, in programma dal 25 novembre al 10 dicembre, si articola in tre
sezioni, distribuite in tre diversi musei:
·
Spirit of Peace: Art in Grappa. Presso Moca Hiroshima City Museum of
Contemporary Art. Esposizione artistica di 50 storiche bottiglie Bottega in vetro
soffiato. Ogni bottiglia
artistica è stata disegnata da Sandro
Bottega, che ha trovato in Venezia e nella tradizione del vetro soffiato di Murano la sua principale fonte
d’ispirazione. Alcune di queste
bottiglie sono state realizzate in dimensioni giganti (1 metro di altezza).
·
Spirit of Peace: rinascita della speranza. Presso
Hiroshima Museum of Art. L’esposizione è
costituita dalla scultura in vetro soffiato di una colomba trasparente “in
attesa di pace” (dimensioni circa 1 metro), realizzata dal Maestro Pino
Signoretto e da 100 bottiglie a forma goccia che riproducono all’interno
“germogli della speranza”. Una colomba trasparente si concretizza nella
rinascita della speranza. Il grande uccello poggia su gocce di vetro che
rappresentano lacrime e si trasformano in pioggia, alimentando la vita,
simboleggiata dai germogli.
·
Spirit of Peace:
volo di pace. Presso Hiroshima Prefectural Art Museum. L’esposizione è costituita dalla scultura
in vetro soffiato di una colomba bianca che “spicca il volo della pace”
(dimensioni circa 1 metro), realizzata dal Maestro Pino Signoretto, e da 100
bottiglie a forma goccia. Di queste 50 riproducono al loro interno i fiori
nipponici di vetro, realizzati dai maestri vetrai della Soffieria Alexander
Bottega. La colomba bianca prende il volo per portare al mondo il suo messaggio
di pace. Le gocce di vetro racchiudono i fiori delle prime piante (Oleandro e
Canfora) che fiorirono dopo il disastro nucleare. Questi fiori sono parte
integrante del logo della città di Hiroshima.
Genesi del progetto Spirit of Peace
La pace è in assoluto il bene più prezioso
per l’umanità e lo è ancor più nei primi anni di questo millennio. Da
Hiroshima, capitale della pace che ha sofferto sulla propria pelle gli effetti
devastanti del demone della guerra, parte un messaggio di fratellanza verso il
mondo intero.
L’azienda Bottega lo ha raccolto e, nel 2015
(70mo anniversario della tragedia nucleare della città giapponese), ha voluto manifestare il proprio sostegno alla costante attività
di promozione della pace e del disarmo nucleare nel mondo, che solo “Hiroshima”
è in grado di svolgere in virtù della sua esperienza di dolore. Da questa
consapevolezza è nata “Peace for Hiroshima”, una bottiglia di grappa in vetro
soffiato che riproduce al suo interno una colomba bianca simbolo di pace. Un
milione di Yen, ricavato dalle vendite di questo prodotto, è stato donato da
Sandro Bottega alla città di Hiroshima, per finanziare iniziative a favore
della pace.
Un anno dopo è stata creata “Hiroshima for
World Peace”, una confezione che contiene, oltre alla grappa sopra descritta,
una bottiglia di spumante Venezia Doc, denominata “Peace for the World”.
Nel 2017 il progetto si è concretizzato nella
mostra Spirit of Peace, che consiste nell’esposizione di bottiglie e oggetti in
vetro soffiato, creati ad hoc per veicolare un messaggio di pace. Una colomba
bianca è stata scelta, come simbolo e come logo della mostra, perché unisce
idealmente Hiroshima al mondo, in omaggio alla tradizione nipponica di liberare
nell’aria decine di questi uccelli il 6 agosto di ogni anno.
Laureato in Lettere alla “Cattolica” di Milano, ho cominciato durante l’università a scrivere per il quotidiano della mia città, “L’Eco di Bergamo”, al quale – pur essendo oggi in età di pensione – continuo a collaborare sia sul cartaceo che sul sito web. Sono stato addetto stampa di enti pubblici, direttore di Teleorobica, direttore-editore del mensile “Bergamo a Tavola” (1986-1990) poi trasformato in “Lombardia a Tavola” (1990-2002) e poi venduto (oggi vive ancora trasformato in "Italia a Tavola"). Mi sono sempre occupato, oltre che della cronaca bianca della mia città, di enogastronomia e viaggi. Ho collaborato alla Rai-Gr1, vinto premi giornalistici in tutta Italia e scritto qualche libretto, tra cui “La cucina bergamasca – Dizionario enciclopedico” e una Guida dei ristoranti di Bergamo città e provincia. Mi piace l’Italia e tutto quello che di buono e bello sa offrire. Spero, con i miei scritti, di continuare a farla amare da tanti altri lettori. 338.7125981