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Dopo le mostre fotografiche “Facce da... Chef” del 2011 e “Facce di... Vite” (2013) Renato Vettorato (nella foto, un autoscatto),
il fotopsicologo dedito al mondo della gastronomia, allestisce a
Castelfranco Veneto la sua terza mostra gourmet: "Facce di… Gusto". La
mostra, ospitata nella galleria del Teatro Accademico della città
trevigiana, rimarrà aperta dal 17 gennaio al 22 febbraio.
In
fotografia c'è il ritratto fotografico e c'è la faccia fotografata.
Personalmente ho sempre preferito la seconda. E' più intuitiva,
immediata, aderente alla realtà. Più vera. Nel ritratto c'è sempre
qualcosa di falso o ipocrita. Il ritratto mostra un volto o una figura
in posa. Anche la faccia si mette in posa, ma è colta, fotografata, un
attimo prima che il cervello le ordini di distendere i lineamenti, di
fare un sorriso (molto spesso ebete), di diventare ritratto.
Per
questo c'è fotografo e fotografo. C'è quello che suggerisce: "Su, un bel
sorriso", non sapendo che il sorriso è come il coraggio per don
Abbondio: chi non ce l'ha non se lo può dare. E c'è quello (Santa
Veronica patrona dei fotografi fulminagli la Canon da 10 mila euro) che
sibila come un bimbo sdentato: "Cheeese". Renato Vettorato no. Lui non
lascia respiro. Comanda, dà ordini, assegna, disloca. “Incrocia i
forchettoni”. “Non ridere”. “Guardami”. “Guarda che non sei a un
funerale”. Se non è in confidenza dà rispettosamente del “lei”: “Tagli
la carne”. Ma se è in assoluta amicizia con il soggetto delle fotografie
segue la sua indole aperta: “Mona, ‘oltate de qua”. E, fatta la foto,
allungando scherzosamente le labbra a forma di kiss, gli dice con voce
in falsetto :“Caro, sei stato bravo, ti bacio sulla bocca”.
Ma perché
uno come Vettorato si limita a fotografare il mondo dei golosi, dei
cuochi, dei cantinieri? Risponde citando Guy de Maupassant: “Perché
soltanto gli idioti non sono buongustai. Si è gourmand come si è artista
o poeta. Il gusto è un organo delicato, percettibile e rispettabile
come l’occhio o l’orecchio. La mancanza di gusto è la privazione di una
capacità superiore, della capacità di distinguere la qualità di un libro
o di un’opera d’arte. Significa possedere una bocca stupida come si può
avere la mente sciocca”.
Renato Vettorato dal 2004 - anno in cui
inizia a collaborare con la rivista dell'Alpe Adria Papageno - si
appassiona talmente al mondo dell'enogastronomia, - da meritarsi appieno
il titolo di 'fotogourmet'.
Il fotografo trevigiano riesce a
trasmettere nei suoi ritratti la passione per il proprio lavoro, la
continua ricerca dell’eccellenza e l’amore per il territorio.
Un
viaggio nel Triveneto alla scoperta del gusto, un invito al ricordo
delle nostre antiche radici contadine in cui l’arte e cibo
s’intersecano, un percorso il cui piacere visivo e dei sensi viene
continuamente sollecitato.
Un registro ironico e un gusto naturalista
per la descrizione del mondo, uno stile volutamente divertente, ma
semplice e diretto.
Questi gli ingredienti di cui si serve Renato per esprimere nelle sue “Facce“, la gioia e il gusto per la vita.
Cinquantadue
immagini, vere, dense di passione, divertenti, introspettive, per
raccontare l’anima e il lavoro che sta dietro queste “Facce“ sincere,
pulite, ricche di energia e di gusto.
Renato Vettorato ha
collaborato alla realizzazione di numerosi volumi tra cui Guida "Alle
Enoiteche" Editore Bacco Arianna, "L'inviato a Tavola", Edizioni
Vianello, "Signore & Signori di Treviso" Edizioni Europrint, "Friuli
da Bere", Edizioni Terra Ferma, "Oro Giallo" Edizioni Curcu e Genovese.
Nel 2013 realizza tutti gli scatti deI volume "Il pesce povero diventa
chic" Editore Club Magnar Ben che si è aggiudicato il primo premio nel
settore dell'enogastronomia internazionale - il "Best Mediterranean
Book" - al Gourmand Cookbooks Award di Pechino
Direttore di Golosoecurioso. Giornalista professionista.
Archeogastronomo. È stato caposervizio del giornale L’Arena di
Verona. Ha scritto i libri “Il Bianco di Custoza”; “Il rosto e l’alesso, la
cucina veronese tra l’occupazione francese e quella austriaca”; “Berto Barbarani il poeta di Verona”. Scrive per la rivista nazionale dell'Associazione italiana sommelier "Vitae", per "Il sommelier veneto" e per il quotidiano nazionale La Verità diretto da Maurizio Belpietro. Ha collaborato, con Edoardo
Raspelli, alla Guida l’Espresso. È ispettore della guida "Best gourmet dell'Alpe Adria". Ha vinto i premi Cilento 2006;
Giornalista del Durello 2007; Garda Hills 2008. Nel 2016 ha avuto il prestigioso riconoscimento internazionale Premio Ischia per la narrazione enogastronomica. Nel 2016 ha scritto il libro "Le verdure dimenticate" e nel 2017 "I frutti dimenticati", pubblicati entrambi da Gribaudo. Sempre per Gribaudo ha scritto "Il grande libro delle frittate". In collaborazione con Slow Food ha pubblicato nel 2018 il volumetto sul presidio "Il broccoletto di Custoza".
Indirizzo mail: morello.pecchioli@golosoecurioso.it