VENDITA ONLINE DI AMARONE
E DEI MIGLIORI VINI ITALIANI
ACQUISTA ONLINE
Sette chef di raffinata maestria per un prodotto di assoluta qualità: il
fungo ipogeo di Gubbio. E', infatti, nella città umbra che si svolgerà,
nei giorni lunedì 25 e martedì 26 novembre prossimi, il “Premio Tartufo
di Gubbio”, manifestazione giunta alla quinta edizione. Si tratta di
una vera e propria sfida fra sette grandi chef che saranno chiamati a
preparare ciascuno un antipasto, un primo e secondo piatto a piacimento,
con il solo obbligo di utilizzare, in ogni menù, il tartufo bianco di
Gubbio. Il regolamento del premio prevede che sia una giuria di esperti,
coordinata dal giornalista enogastronomico Claudio Zeni (collaboratore
del nostro Goloso&Curioso), a scegliere il vincitore. Un compito non
facile, come testimoniano le precedenti edizioni, in quanto a Gubbio
convergono i migliori chef nazionali, agguerriti e pronti a sfidarsi
nella preparazione di piatti, tutti di assoluta qualità. Un vincitore,
però, deve esserci ed è sulle sfumature di sapore, su lievissime
differenze di gusto, sugli abbinamenti arditi, ma non estremi, che si
basa il giudizio dei giurati, esperti di cucina e riconosciuti
buongustai. Il lotto dei sette concorrenti è composito e sottolinea
l'importanza della manifestazione, in quanto gli chef provengono da
varie località e da ristoranti di fama nazionale. Tra questi anche lo
chef del ristorante “La Dolce vita” del Grand Hotel Rimini, Claudio Di
Bernardo (nella foto), cuoco arrivato allo storico albergo
riminese, dimora prediletta del grande regista Federico Fellini, oggi
cinque stelle della prestigiosa catena alberghiera Select Hotels
Collection della famiglia Batani.
Ogni chef svelerà le proprie scelte
solo ed esclusivamente durante la gara. Di certo c'è che il tartufo
sarà al centro dell'attenzione e delle soluzioni degli chef. Una
competizione gastronomica dall'esito incerto, come incerta è l'origine
della parola tartufo. Alcuni studiosi fanno risalire ai latini il nome,
terrae tuber, da cui tartufo. Certo è, invece, che il tartufo era
conosciuto ed apprezzato fin dall'antichità, visto che le prime notizie
certe del fungo ipogeo compaiono nella “Naturalis Historia” di Plinio il
Vecchio. Grazie, poi, al filosofo greco Plutarco di Cheronea venne
tramandata la convinzione che il tartufo si originasse dalla
combinazione dell'acqua con il calore dei fulmini. Tradizione a cui si
ispirò anche Giovenale che sottolineava come il tartufo fosse nato dopo
che Giove aveva scagliato un fulmine vicino ad una quercia (i tartufi si
trovano spesso vicino a queste piante secolari) e poiché Giove era
famoso anche per la sua esuberanza sessuale al tartufo furono assegnate
anche prodigiose qualità afrodisiache.
Direttore di Golosoecurioso. Giornalista professionista.
Archeogastronomo. È stato caposervizio del giornale L’Arena di
Verona. Ha scritto i libri “Il Bianco di Custoza”; “Il rosto e l’alesso, la
cucina veronese tra l’occupazione francese e quella austriaca”; “Berto Barbarani il poeta di Verona”. Scrive per la rivista nazionale dell'Associazione italiana sommelier "Vitae", per "Il sommelier veneto" e per il quotidiano nazionale La Verità diretto da Maurizio Belpietro. Ha collaborato, con Edoardo
Raspelli, alla Guida l’Espresso. È ispettore della guida "Best gourmet dell'Alpe Adria". Ha vinto i premi Cilento 2006;
Giornalista del Durello 2007; Garda Hills 2008. Nel 2016 ha avuto il prestigioso riconoscimento internazionale Premio Ischia per la narrazione enogastronomica. Nel 2016 ha scritto il libro "Le verdure dimenticate" e nel 2017 "I frutti dimenticati", pubblicati entrambi da Gribaudo. Sempre per Gribaudo ha scritto "Il grande libro delle frittate". In collaborazione con Slow Food ha pubblicato nel 2018 il volumetto sul presidio "Il broccoletto di Custoza".
Indirizzo mail: morello.pecchioli@golosoecurioso.it