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In particolare i borghi, espressione particolarissima di una vita in comunità
risalente ai secoli passati, sono una realtà fondamentale per il territorio
italiano. Luoghi dove riscoprire ricette tipiche, godere di panorami senza pari
e concedersi una pausa dal mondo immersi nella tranquillità, accolti dalla
convivialità degli abitanti. Spesso arroccati su costoni di roccia a picco
sulle vallate circostanti, i borghi costituiscono un patrimonio ineguagliabile
in termini di memoria storica e opportunità
per il futuro. Sì, perché i borghi italiani rappresentano – o, per lo meno,
dovrebbero rappresentare – un’importante chance:
data l’alta capacità di attrarre turisti, sia nazionali sia stranieri, il loro
potenziale dovrebbe essere sfruttato in maniera coerente e completa. Ne parlano
Giancarlo Dall’Ara e Francesco Morandi in Il
turismo nei borghi, in cui il cosiddetto “marketing territoriale” emerge
come una risorsa essenziale nell’ottica dell’economia italiana.
È ancora più facile rendersene conto se
si considera il particolare momento storico in cui viviamo, con i giovani che
faticano come non mai a trovare un lavoro (gli ultimi dati ISTAT parlano di un
tasso di disoccupazione giovanile intorno al 40%) e le attese per il futuro che
si rivelano sempre meno incoraggianti. Il sostegno
al turismo nei borghi richiede l’impiego di valide professionalità: da
esperti nella gestione del patrimonio artistico e culturale (restauratori,
architetti, artigiani) a promotori turistici; da guide qualificate a studiosi
di storia e tradizioni; da event manager
a specialisti del web 2.0 e delle dinamiche di mercato. Tutte posizioni che
possono essere validamente ricoperte da giovani preparati e, soprattutto,
amanti del loro territorio al punto da farne una vera e propria professione.
La necessità di formare personale
qualificato è confermata dal fatto che l’offerta di Master universitari in management del turismo si sta
progressivamente ampliando. Numerose, infatti, sono le competenze richieste a
chi intenda impegnarsi nella promozione dei borghi italiani. Occorre
ridisegnare i percorsi turistici, al fine di valorizzare i singoli siti
inserendoli in itinerari tematici (ad esempio a sfondo gastronomico). C’è
bisogno di incrementare la loro visibilità attraverso apposite campagne di web marketing, offrire servizi calibrati
sull’utenza e creare reti relazionali con enti e soggetti promotori di eventi
sul territorio (pro loco, associazioni culturali, imprenditori, ecc.). Solo con
interventi a trecentosessanta gradi è possibile far sentire il turista allo
stesso tempo un “cercatore” di luoghi nascosti e un “ospite” a cui è riservata
un’adeguata accoglienza. Sono richieste abilità e conoscenze specifiche che non
possono essere improvvisate, ma che di certo possono essere supportate dalla
passione per la propria terra. Con un appropriato impulso da parte degli enti
preposti alle politiche per il turismo, non sembra un’utopia sperare che i
borghi possano rappresentare un’opportunità concreta in termini di occupazione:
non solo i giovani ringrazierebbero, ma anche, idealmente, tutti quei luoghi
che in tal modo verrebbero “riscoperti”, tornando a vivere una nuova
giovinezza.
Alla cura, alla preservazione e alla
valorizzazione dei borghi italiani è dedicata l’attività del club I borghi più belli d’Italia, nato nel
2001. Da allora, numerose attività sono state intraprese al fine di promuovere
la conoscenza delle più belle “perle nascoste” in tutto lo Stivale, che sono
selezionate secondo criteri molto rigidi e confluiscono, ogni anno, in una
Guida che raccoglie la storia, le attrazioni, gli eventi e la cucina di tutti i
borghi censiti (sono 217 nell’ultima edizione). Consultare la Guida, anche
nella sua versione online, è un
ottimo modo per organizzare una domenica fuori porta, un weekend o un’intera vacanza.
Luca Porcella, nato a La Spezia nel 1989, vive in provincia di Roma da quando aveva un anno. Diplomato al Liceo Classico, si è laureato in International Relations e dal 2013 ha iniziato a lavorare come consulente per il settore pubblico per clienti italiani e internazionali. Da ottobre 2016 vive a Bruxelles, dove ora lavora per la Commissione e assaggia birre di ogni tipo. Appassionato di gastronomia, segue con interesse il mondo del food e ama girare in moto tra le sagre di paese. Disegna, suona, scrive, e si diverte a cucinare, per la felicità di amici e parenti che non esitano ad affidargli le “chiavi” dei fornelli.
La sua specialità è, senza dubbio, l’aglio olio e peperoncino di mezzanotte.