Goloso e Curioso
New York, istruzioni per l'uso. L'arrivo

New York, istruzioni per l'uso. L'arrivo

Domani parto, vado a New York. Il pensiero già galoppa a briglia sciolta. Seduti a casa, con in mano una qualsiasi guida della metropoli, sembra tutto facile. Un sacco di luoghi da visitare, negozi di ogni tipo, curiosità, ristoranti e musei e così via.
Ma, prima di calpestare i marciapiedi della Grande Mela, meglio organizzarsi ed avere innanzitutto un’idea di quale sia l’aeroporto di arrivo; secondariamente dove si trovi rispetto alla città, ed infine come si può raggiungere l’albergo prescelto.
New York dispone di diversi aeroporti, almeno sette. Se tralasciamo quelli legati al traffico da turismo, con piste comunque di tutto rispetto, sono cinque gli scali dai quali è possibile raggiungere la città. Il più famoso è il JFK, John Fitzgerald Kennedy, con i suoi otto terminal, quasi di fronte all’oceano. Molti voli però hanno come destinazione l’aeroporto di Newark, grosso modo delle dimensioni di Malpensa, situato a ovest della metropoli americana. I due scali citati sono la meta finale di tutti i voli intercontinentali. Accanto a questi due giganti, però, ci sono altri tre scali, dei quali il più importante è quello di La Guardia, una specie di Linate transoceanico, anche in termini di distanza dal centro. Questi aeroporti sono la meta dei voli interni, la destinazione finale di quei passeggeri che, sorvolato l’Atlantico, hanno fatto scalo in un’altra città americana, ad esempio Boston, ed hanno poi proseguito con un volo interno per New York. Quando finalmente si riesce ad uscire dall’aereo, dopo un congruo numero di ore di volo, variabile da 8 a 10, a seconda dell’aeroporto di partenza, il passeggero se pensa di sgranchirsi le gambe si sbaglia. Si ritrova, infatti, subito in fila per i controlli doganali all’arrivo. Il tempo in cui in 35 minuti si riusciva a scendere dall’aereo e arrivare in piena Manhattan, sono purtroppo un ricordo lontano. L’11 settembre ha cancellato ogni speranza. L’attesa varia in funzione del numero di aerei atterrati nello stesso arco di tempo. L’unica soluzione è armarsi di pazienza, seguire la fila, e, giunti alla meta, farsi fotografare e farsi prendere le impronte digitali da un agente doganale che, se ti va bene, ti guarda solo un po’ di traverso. A questa procedura non sfugge nessuno, equipaggi di volo e militari compresi. Usciti dal terminal, i tre aeroporti principali di New York presentano diverse soluzioni per raggiungere Manhattan: Air train, taxi, autobus e metropolitana. Se arrivate al Kennedy la soluzione più economica e tutto sommato abbastanza rapida e quella di prendere l’Airtrain che in pochissimi minuti porta il passeggero dal terminal alla stazione della metropolitana di Jamaica, dalla quale con la linea “F” della metropolitana, si raggiunge Manhattan in circa 40 minuti. Il costo dell’operazione, in totale, non supera gli otto dollari a persona.
Se optate per un taxi, la soluzione migliore è quella di cercare l’indicazione dei classici taxi gialli. Qui un addetto vi indicherà quale veicolo è disponibile per voi e vi chiederà, inoltre, che tipo di tariffa desiderate farvi applicare. Considerato il traffico, conviene sceglie quella fissa, 45 dollari circa, più il 15 per cento di mancia obbligatoria per il tassista. Diciamo che due persone possono raggiungere un punto qualsiasi della Grande Mela, in 45 minuti ad un costo complessivo inferiore ai 60 dollari, meno di 50 euro. Pensate che sia caro? A Roma, dalla stazione Termini a Fiumicino la tariffa si aggira intorno ai 100 euro e il tragitto è decisamente inferiore.
E, finalmente, ecco l’albergo. I più crollano a letto, anche se sono le quattro del pomeriggio. Il jet-leg si fa sentire.

Flavio Mucia

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Flavio

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Salvatore Flavio MUCIA, Colonnello (r.) dell’Aeronautica Militare, è nato a Verona il 10 giugno 1952 e, conseguito il diploma di Maturità Scientifica, è entrato in Accademia Aeronautica nel 1973, con il corso Orione 3°. Terminati gli studi accademici e conseguito il brevetto di pilota d’aeroplano è stato nominato Sottotenente Pilota nel 1976.
Nel corso della sua carriera militare il Col. MUCIA ha, inter alia, ricoperto i seguenti incarichi: controllore della Difesa Aerea, controllore sistema missilistico Nike, controllore missilistico e comandante batteria missilistica “Spada”, Capo Ufficio Comando della Divisione Caccia Bombardieri e Ricognitori di Milano e membro del Gruppo Rotazionale di Valutazione Operativa della Divisione “Drago” di Milano. E’ stato, inoltre, responsabile delle Pubbliche Relazioni e Stampa presso il Comando della Prima Regione Aerea di Milano, Vice Direttore del Coalition Public Information Centre di SFOR a Sarajevo, Addetto alla Sezione stampa dell’Ufficio Pubblica Informazione dello Stato Maggiore Difesa, Capo Sezione Attività promozionali dello Stato Maggiore Aeronautica.
E’ insignito della Croce di Cavaliere della Repubblica, Medaglia Mauriziana al Merito, della Croce d’Anzianità di servizio Militare (25 anni), della Croce d’Argento per le Missioni di Pace, della Medaglia Nato per le operazioni nell’ex-Yugoslavia, della Medaglia NATO per le operazioni in Kosovo.
Sotto il profilo della formazione, oltre ad aver conseguito una laurea in Scienze Aeronautiche ed una in Scienze Politiche, ha frequentato vari corsi in Italia e all’estero tra i quali: il 63° Corso di Controllore della Difesa Aerea, il 243° Corso navigatore-operatore di sistema presso il 6° FTS della RAF di Finningley, il 46° Corso di qualificazione F-4-missili Nike Hercules, il 24° Corso d’Aggiornamento presso la Scuola di Guerra Aerea, il Corso d’inglese aeronautico presso il Colchester English Study Centre, in Gran Bretagna, il 10° Corso di giornalismo presso l’Istituto per la Formazione al Giornalismo di Milano, il 1° Partnership for Peace Communication Course in Svizzera.
Dall’aprile 2007 il Col Mucia è docente di Navigazione Aerea presso l’Istituto Tecnico Aeronautico “Lindbergh” di Milano.

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